Jesolo e la storia
alla scoperta delle radici e della storia della località
Notizie sulla storia di Jesolo
La storia di Jesolo è legata all’antica Equilio, uno dei più importanti abitati della Laguna Veneta per tutto il medioevo. A partire dal IX secolo, una serie di sconvolgimenti ambientali e politici portò questo fiorente centro a decadere rapidamente. Alla fine del XV secolo la località era ridotta a pochissimi casolari semi disabitati.
La lenta ripresa avvenne grazie al patrizio veneziano Soranzo, proprietario di molte terre nella zona, che fece costruire, a proprie spese, una chiesa, poi dedicata a San Giovanni Battista ed eretta a parrocchia (ed è anche la più antica del Basso Piave.
Attorno alla nuova chiesa si ricostituì il villaggio per favorire l’abitabilità della zona, la Repubblica di Venezia attuò vari interventi di diversione fluviale, miranti principalmente ad allontanare i fiumi Piave e Sile, venne nel 1499 costruito un canale che collegava il vecchio alveo del Piave (ora Sile) a quello attuale. Questo cavale (cava), che passava per il nuovo paese, fu realizzato dall’ingegnere Alvise Zucharin e diede nome al nuovo abitato, Cavazuccherina.
Dopo la conquista napoleonica di Venezia, e alla nuova suddivisione amministrativa del territorio, Jesolo (Cavazuccherina) divenne comune autonomo di III classe il (22 dicembre 1807). Dopo che fu cacciato Napoleone, gli Austriaci costituirono un consorzio per favorire il miglioramento dei territori lagunari, ormai ridotti a palude.
L’annessione al Regno d’Italia non migliorò la situazione preesistente. Durante la prima guerra mondiale la popolazione di Cavazuccherina fu costretta ad evacuare. Mentre gli Italiani allagavano la zona di Caposile, verso le foci del Piave, gli Austriaci presidiavano il territorio paludoso, dove la malaria e la spagnola (febbre di origine virale), mietevano vittime.
Nel primo dopoguerra ripresero i lavori di bonifica, che furono predisposti dai “Consorzi di Bonifica del Basso Piave”. La “Grande Bonifica” fu realizzata tra il 1920 ed il 1930: furono introdotte le coltivazioni di frumento, granoturco e barbabietola da zucchero, alle quali si aggiunsero le piantagioni di alberi da frutto ed i vigneti.
Il 28 agosto 1930 il comune fu rinominato con l’antico nome di Jesolo e dal 1936 le località di “Marina Bassa” e di “Spiaggia” furono denominate “Lido di Jesolo”.
La rinascita agricola coincise con la “riscoperta” di Jesolo: nacquero i primi stabilimenti per le cure elioterapiche. Risalgono agli anni Trenta i primi alberghi ed i primi ristoranti: lo sviluppo segnò una battuta d’arresto con lo scoppio della seconda Guerra Mondiale ma, tornata la pace, la ripresa partì a ritmo sempre più veloce.
La lenta ripresa avvenne grazie al patrizio veneziano Soranzo, proprietario di molte terre nella zona, che fece costruire, a proprie spese, una chiesa, poi dedicata a San Giovanni Battista ed eretta a parrocchia (ed è anche la più antica del Basso Piave.
Attorno alla nuova chiesa si ricostituì il villaggio per favorire l’abitabilità della zona, la Repubblica di Venezia attuò vari interventi di diversione fluviale, miranti principalmente ad allontanare i fiumi Piave e Sile, venne nel 1499 costruito un canale che collegava il vecchio alveo del Piave (ora Sile) a quello attuale. Questo cavale (cava), che passava per il nuovo paese, fu realizzato dall’ingegnere Alvise Zucharin e diede nome al nuovo abitato, Cavazuccherina.
Dopo la conquista napoleonica di Venezia, e alla nuova suddivisione amministrativa del territorio, Jesolo (Cavazuccherina) divenne comune autonomo di III classe il (22 dicembre 1807). Dopo che fu cacciato Napoleone, gli Austriaci costituirono un consorzio per favorire il miglioramento dei territori lagunari, ormai ridotti a palude.
L’annessione al Regno d’Italia non migliorò la situazione preesistente. Durante la prima guerra mondiale la popolazione di Cavazuccherina fu costretta ad evacuare. Mentre gli Italiani allagavano la zona di Caposile, verso le foci del Piave, gli Austriaci presidiavano il territorio paludoso, dove la malaria e la spagnola (febbre di origine virale), mietevano vittime.
Nel primo dopoguerra ripresero i lavori di bonifica, che furono predisposti dai “Consorzi di Bonifica del Basso Piave”. La “Grande Bonifica” fu realizzata tra il 1920 ed il 1930: furono introdotte le coltivazioni di frumento, granoturco e barbabietola da zucchero, alle quali si aggiunsero le piantagioni di alberi da frutto ed i vigneti.
Il 28 agosto 1930 il comune fu rinominato con l’antico nome di Jesolo e dal 1936 le località di “Marina Bassa” e di “Spiaggia” furono denominate “Lido di Jesolo”.
La rinascita agricola coincise con la “riscoperta” di Jesolo: nacquero i primi stabilimenti per le cure elioterapiche. Risalgono agli anni Trenta i primi alberghi ed i primi ristoranti: lo sviluppo segnò una battuta d’arresto con lo scoppio della seconda Guerra Mondiale ma, tornata la pace, la ripresa partì a ritmo sempre più veloce.